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“C’è bisogno di competenze per riconoscere a ogni bambino il diritto ad essere libero di autodeterminarsi, di costruire la propria vita, di conoscere se stesso e di relazionarsi con gli altri, libero di seguire la propria traiettoria. Perché uno non è uguale a uno e i bambini hanno bisogno di avere tutti le stesse opportunità, ma quando gli adulti si occupano di loro devono saperlo fare. Devono aver conosciuto l’infanzia da vicino come Save the Children, che conosce a fondo i bisogni, le diversità, le specificità dei bambini. Perché il welfare universalistico meramente assistenzialistico, che pensa di dare la stessa cosa a tutti e si limita, spesso, solo a un trasferimento economico – e anche scarso – non aiuta a liberare quei bambini dallo stato di povertà.

Per superare la povertà c’è bisogno di un popolo di adulti, di operatori, di volontari e di istituzioni che si impegnino a cambiare il paradigma, pensando di favorire l’autonomia di bambini e ragazzi, attraverso le occasioni date gli incontri che permettono di cambiare la vita. Potremo farlo se sapremo superare le ideologie per difendere la vita – come sta facendo il Governo – in tutte le sue stagioni, combattendo la cultura dello scarto, che mette ai margini chi ha più difficoltà. Stiamo cercando di esserci nei luoghi più in difficoltà, in cui lo Stato per troppo tempo ha fatto un passo indietro, ha rinunciato e voltato le spalle alle persone, laddove la povertà dilaga di più. Stiamo chiamando a raccolta le migliori competenze ed energie, anche utilizzando la Child Guarantee, il programma europeo che mette a disposizione fondi straordinari per l’infanzia.

Per la prima volta abbiamo stanziato una somma straordinaria, 250 milioni di euro, per far sì che luoghi come Caivano, che non è un’eccezione, perché esistono luoghi simili in tutte le città. Esiste Tor Bella Monaca a Roma, Barriera di Milano a Torino, il quartiere Zen a Palermo, e così via. Luoghi che Save the Children e io personalmente conosciamo benissimo, in cui c’è il vuoto sociale e di opportunità, dove spesso esistono solamente una parrocchia con un parroco e una scuola, che fa il possibile, ma che non possono bastare da soli a fare da argine alla violenza, alle discriminazioni, all’assenza dello Stato.

Nessuno basta a se stesso, nessuno può farcela da solo. Quei luoghi hanno invece bisogno di trovare opportunità ed è compito di tutti noi favorire queste opportunità per l’infanzia, supportando l’alleanza virtuosa tra istituzioni, imprese, terzo settore”.

Lo ha detto il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, intervenendo all’apertura di “Impossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”, la biennale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza organizzata a Roma da Save The Children.